Angelo Orazio Pregoni, Maestro di profumi, anime e alchimie.
Il profumo, chi non ne possiede, non ne cambia con volubilità o non rimane fedele ad una fragranza per una vita intera?
A dipendenza dei gusti personali, ognuna di noi ogni mattina, prima di uscire di casa, fa quel gesto così abitudinario – talvolta neppure si ricorda di averlo fatto – di spruzzarsi addosso la fragranza amata.
C’è chi del profumo ne ha fatto una filosofia di vita, una ricerca continua, un’arte che va ad intersecarsi con altre arti e vari percorsi mentali, rendendolo un rituale prezioso e unico per ogni donna.
Sto parlando di AngeloOrazio Pregoni, naso e mente eclettica di O’DRIÙ, una nicchia paradisiaca di sentori dell’anima, dunque preziosi e mai uguali l’uno all’altro.
Sicuramente buon sangue non mente: un antenato di Pregoni era un rinomato profumiere, le sue ricette segrete sono adesso in possesso del suo erede che le ha perfezionate e sviluppate.
Nascono allora le fragranze millesimate, nuance uniche e prodotte a tiratura limitata: LONDA, LINFEDELE e LALTROVE, volutamente senza apostrofo per non essere omologati con la consuetudine delle parole.
LALFEOGRIGIO e LALFEOROSA, nuance femminili, sono prodotti invece in soli otto esemplari e racchiusi in un’ampolla nera in vetro di Murano.
Spettacolare la linea Genesi, ora presente con i due profumi LADAMO e LEVA, che si arricchirà a settembre 2013 con LEDEN e LINFERNO.
In queste linee esiste davvero l’artigianalità del profumo, la sua creazione che partendo da un’idea e da un ingrediente diventa una impalpabile realtà.
Abbiamo incontrato questo artista sopra le righe, per cercare di capire qualcosa di più e non limitare il “mettersi” il profumo ad un solo meccanico gesto mattutino.
In realtà pensavo di non trovarla, l’ultima notizia che ho di lei è quella del suo rapimento. Cosa è successo?
L’ispettore Ginko ha tratto alcune conclusioni con troppa fretta! E la polizia si è preoccupata di elaborare un movente che potesse giustificare questo presunto sequestro di Diabolik. In realtà mi ero solo assentato per un lungo viaggio, nascondendo ogni traccia dei miei movimenti, per concedermi una totale libertà, staccando dunque il cordone ombelicale con la quotidianità. Ovvio che essendo il 50° compleanno di Eva Kant, Ginko si sia convinto che il motivo del presunto rapimento fosse elaborare un profumo su misura per Lady Kant, profumo che addirittura, nell’ipotesi di Ginko, sarebbe potuto diventare una sorta di “complice” occulto di Eva Kant, della sua bellezza e del suo fascino letale.
Ma come vede sono vivo e vegeto, quindi smentisco tutto. Inoltre non vorrei mai trovarmi un pugnale conficcato dietro la schiena, quindi vi pregherei di non parlare più di questa faccenda di Diabolik.
Eccomi qui!
Quando ha capito che creare un profumo poteva essere il suo modo di esprimersi?
Quando ero un bambino, tutti si meravigliavano del perché riuscissi ad avere una memoria olfattiva infallibile. I miei gusti alimentari, contrariamente ad ora, erano molto ridotti e in ogni piatto potevo individuare, semplicemente annusando, ingredienti nascosti che mi rifiutavo a priori di mangiare. Inoltre un pomeriggio mi fu chiaro che raccontare l’odore e il gusto del latte materno non sembrava così normale! In quel frangente capii che il mio naso poteva essere un decoder di percezioni agli altri non così palesi, e mi creda: spesso percepire gli odori intensamente può indurre a comportamenti e presupposti di pensiero assolutamente “separati” dalla normale socialità. Dopo i trent’anni ho finalmente sradicato il mio naso dai contenuti sub-culturali acquisiti inconsciamente e ho iniziato a creare e ad imparare. Per imparare infatti il presupposto è creare, senza indole creativa non si può e non si deve fare nulla, perché il mondo è già pieno di inutilità stereotipate. Sono un antidogmatico e ho la pretesa di emancipare chi indossasse un mio profumo.
Da cosa parte la creazione?
Da un’esigenza, da un’idea, ma potrei dirle da un sentimento profondo, dalla poesia, da immagini, parole… Così facendo, tutti comprenderebbero meglio e più facilmente come e perché creo profumi. Ma sarebbe una menzogna ruffiana; la verità è che creo perché ho i geni dell’arte e comunico attraverso i miei profumi sublimando me stesso o il presunto me stesso (questo ancora lo devo capire) in un continuo divenire. Il tutto non è disgiunto da una visione analitica e scientifica, che rappresenta, nel processo creativo, un approccio indissolubile al fine di ottenere il miglior risultato.
Sono affascinata da sentori di orzo e pane tostato, polvere e alloro, tabacco e scirocco. Non credo sia facile racchiudere in una boccetta questi ingredienti, il vento poi… Come ci riesce?
Non mi prenda per stupido, ma come ho detto altre volte, imparo dal mio cane, da Ogma. Fiuto quando e come fiuta lui e godo sempre del presente cercando di non distrarmi mai con romanticismi nostalgici o aspettative futuribili. Chiunque fosse nel vento in un presente istantaneo e continuo, ne sentirebbe forte l’odore. Come riprodurlo? Io lo vedo, gli altri lo immaginano… Il concetto è semplice, dunque: vedo gli odori!
Creare con artigianalità é un lusso, ma anche una fatica enorme. Questa scelta è stata indotta da cosa?
Da aver acquisito una tecnica antica, ma assolutamente personale! Lavoro come un profumiere del ‘700 e spesso creo profumi “su misura”, dedicati ad una singola persona. Se non “mettessi le mani” nelle mie soluzioni, nelle mie edizioni limitate, sarebbe come rinunciare alla sacralità, al rito del concepimento. Ciò detto, vale anche il contrario, un profumo può essere industrializzato o serializzato e rimanere un capolavoro assoluto di per se stesso, per la sua formula, o per la sua meta-nascita. Preferendo tuttavia lavorare con materia viva, con essenze naturali che evolvono e oscillano sulla nostra pelle, è quasi impossibile non essere un artigiano. Cerco di creare fiamme di candela e non lampadine, i miei profumi vibrano e si consumano come una fiamma. Sin’ora accendevo poche decine di candele, ma credo di aver scoperto il modo di accendere migliaia di candele pigiando un bottone! Come se lei, entrando in uno spazio buio e accendendo la luce con un gesto normale, desse vita alla fiamma (sempre diversa) di un lume. Questo progetto si chiama Secraction, e sarà presentato a Pitti Fragranze il prossimo settembre.
Lei crea nuance su misura, entrando probabilmente nell’intimità più profonda di chi commissiona. Se io le chiedessi un profumo esclusivamente mio, come si svolgerebbe il processo creativo?
Dovrei conoscerla! Passare del tempo con lei, capire le sue abitudini e indagare la sua pelle. Ma soprattutto le chiederei cosa vorrebbe dire con questa fragranza. È un percorso maieutico, una sorta di e-ducazione al profumo, il profumo è dentro di lei, io devo solo trarlo fuori e nasconderne i segreti affinché chiunque si emozioni una volta che li avesse svelati.
Lei indica dei rituali ogni qual volta si vuole indossare un suo profumo. Mi racconti da cosa prendono forma.
Il rito ci salva dal vizio e dalla banalità. Indossare un profumo significa innanzitutto sceglierlo per quell’occasione, renderlo parte di noi e non diventare mai lui, né tantomeno pensarsi come il testimonial che lo pubblicizza! Il profumo ci nutre, ma ci può anche affamare! Bisogna rispettarlo e farsi rispettare, è una sorta di addomesticamento reciproco, e quindi c’è bisogno di un rito e di un po’ di intima magia.
Un sogno che ha realizzato.
Ho trascorso una notte inquieta, sognando continuamente di svegliarmi! E poi non so perché continuavo a riaddormentarmi e, sempre nel sogno, sognavo di svegliarmi. Infine questa mattina ho realizzato il mio sogno e mi sono svegliato!
In verità, ogni desiderio o sogno che ho equivalgono ad un impulso volitivo diretto che si consuma in un lampo, come se non avessi sufficiente tempo per desiderare di realizzare qualcosa a lungo termine, perché semplicemente sto facendo altro, o forse sto già realizzando un altro sogno che non ricordo più.
Un progetto che culla e che prenderà forma.
Un progetto sul quale ho lavorato per tre anni: Secraction, un “su misura” per tutti!
Questo magazine è rivolto a Donne e Mamme. Come sarebbe, per Angelo Orazio Pregoni, il profumo dedicato a una mamma?
Avrebbe l’odore del sacrificio, la persistenza della fatica e la bellezza dell’infinito.
Ph courtesy PLEASURE FACTORY S. r. l.
One Comment
Lisa
Wow! Stra wow! Bellissima intervista! Mi ha incantata! Complimenti.