La scelta di Angelina
In questi giorni si è parlato molto della doppia mastectomia preventiva a cui si è sottoposta l’attrice Angelina Jolie visto il suo altissimo rischio di tumore alla mammella. Sua madre morta a 56 anni di tumore dopo 10 anni di lotta contro la malattia, le ha lasciato in eredità un gene difettoso , BRCA 1, che le aumentava enormemente il rischio di ammalarsi a sua volta, da qui la decisione all’intervento.
Questa scelta ha diviso i medici, il prof. Veronesi è intervenuto in termini molto pacati, ricordando che in presenza di un rischio molto elevato, come in questo caso, ci sono due strade, una è quella di tenere sotto strettissimo controllo il seno con esami come la risonanza magnetica capace di scovare tumori piccolissimi guaribili al 98% dei casi.
L’altra è quella praticata dall’attrice, che si potrebbe solo molto superficialmente definire : via il seno, via il rischio. Non è proprio così, visto il lungo e doloroso iter psicologico e terapeutico ( sono occorsi più interventi) e che comunque rimane un rischio del 5% di ammalarsi di cancro, oltretutto ancora più difficile da diagnosticare e da trattare.
Davanti a un dilemma etico non c’è scelta unica ma solo situazioni individuali, e quella di Angelina è stata una scelta psicologica. In un ambiente, quello dello spettacolo, dove gli interventi al seno hanno spesso più banali motivi estetici, è stata una scelta nata in seguito ad un’esperienza dolorosa, la malattia e la conseguente morte della madre, e dalla scoperta di essere essa stessa soggetto ad altissimo rischio.
E’ stata una decisione di grande forza, un ‘amputazione chirurgica difficile e dolorosa da affrontare di uno dei simboli femminili più importanti per una donna: il seno , che vuol dire maternità , bellezza, sensualità ed altro ancora.
E’ stata una decisione di grande debolezza, il dover affrontare i frequenti e faticosi controlli e le visite continue con la paura che un giorno ci possa venir detto : si, è cancro! e non trovare la forza dentro di sè per lottare.
E’ stata una decisione di guerra, ha scelto comunque di combattere, di non arrendersi a un destino scritto nei suoi geni e trasmessole dalla madre, è stata una ribellione cruenta, psicologica e fisica.
Non si deve aver paura di combattere, di vincere , ma anche di poter perdere, la posta in gioco è la vita. Anche nella sconfitta, la battaglia da valore alla nostra esistenza,esalta la nostra forza, nobilita il nostro vissuto.
Angelina è una donna coraggiosa ed ha fatto la sua scelta…rispettiamola.
Dott.ssa Graziella Bellardini
photo courtesy Zimbio Pictures
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