Mamme italiane – Arianna
Questa settimana la nostra mamma-ospite è Arianna.
La tua gravidanza: pianificata o improvvisata? E’ stata pianificata. Dopo 4 anni di convivenza con il mio allora compagno e attuale marito, ho ritenuto che fosse giunto il momento di pensare a un bambino e lui è stato subito d’accordo. Del resto se si aspetta il momento giusto per avere un figlio, con le problematiche legate al lavoro e alla vita che oggi si fa sempre più frenetica, questo momento non arriverebbe mai. Ricordo che una cara amica mi disse: “Fallo, non aspettare, non pensare ai se e ai ma. Decidi e basta”. Aveva ragione e la ringrazio per quel consiglio. Devo dire che la fortuna e il tempo sono stati dalla nostra parte, David è arrivato dopo pochi mesi e la gravidanza è stata magnifica. Niente nausee, niente voglie, niente… solo un magnifico bimbo dopo 9 mesi.
L’impatto emotivo di scoprirlo: anche se una gravidanza viene pianificata, l’emozione di scoprire che sei davvero incinta non ha paragoni. Ricordo di essere rimasta in silenzio, a bocca aperta, in quel momento tutti i miei pensieri si sono fermati. C’eravamo solo io e il famoso stick. Il mondo si era fermato. Dopo qualche secondo ho trovato la forza di chiamare mia madre, è stata lei la prima a saperlo. Il suo volto così raggiante mi rimarrà per sempre impresso nella mente. Poi ho dato la bellissima notizia al resto della famiglia, futuro papà compreso che mi ha guardato con occhi sgranati e increduli. Ancora adesso ripensando a quel momento provo una sensazione stupenda… un nodo alla gola e un groppo allo stomaco. Rivivrei volentieri quei nove mesi. Sono il periodo più bello e significativo nella vita di una donna.
Descrivi con cinque aggettivi il tuo primo mese di gravidanza Emozionate. Strano. Tenero. Rassicurante. Prezioso
La prima ecografia: da sola o con il futuro papà? Rigorosamente con il papà. Non poteva certo mancare. Ha preso un permesso dal lavoro ed è venuto con me dal ginecologo. Anche questo è un ricordo che rimane indelebile, sono quegli attimi di vita che rimangono impressi come una vecchia foto sulla pellicola. Ero sdraiata sul lettino e i nostri occhi erano puntati fissi sul monitor. Poi il medico ci ha detto: “Eccolo. Vedete questo puntino? È lui, è il bambino”. Non so se ci siamo guardati o siamo semplicemente rimasti a bocca aperta, ricordo solo che poi abbiamo sentito un rumore, un fruscio, un qualcosa di ritmico e, sì era proprio quel ritmo, e il ginecologo ha aggiunto: “Questo che sentite è il cuore”. L’istante successivo me lo ricordo bene, con il mio di cuore che stava per scoppiare dall’emozione ho guardato mio marito e ho visto che aveva cambiato di nuovo espressione. Era diventato tutto rosso e continuava a fissare quell’immagine e sentire quel piccolo cuoricino che batteva. Siamo rimasti zitti e immobili. Anche in quel momento il tempo deve sicuramente essersi fermato.
La tua famiglia: come ha reagito? Con una gioia infinita. Era da tempo che la mia famiglia aspettava l’arrivo di David e la notizia della gravidanza ha regalato a tutti quanti una speranza in più per il futuro. È lui la ragione per cui ora ci guardiamo con occhi diversi, con gli occhi di chi ha un pezzo di futuro in più davanti a sé. Ci dà la forza e la carica per affrontare la vita e qualunque cosa la mia famiglia faccia ora la fa anche per lui. Per questo nipote tanto atteso e tanto desiderato.
Tu e il lavoro, come ti sei organizzata in gravidanza? E adesso come ti stai organizzando? Ho lavorato praticamente fino all’ultimo giorno dell’ottavo mese di gravidanza. Essere freelance ha i suoi vantaggi ma per una stacanovista come me è un’arma a doppio taglio. Ce l’ho comunque fatta a lavorare fino a gravidanza super inoltrata ma nel complesso non mi sono riposata molto. Lo stretto necessario per riprendermi da un cesareo e al diciannovesimo giorno di vita di David ero già davanti al pc ad adattare i dialoghi di una serie televisiva. Mio figlio, come tutti i neonati, ha mangiato e dormito paciosamente per i primi due mesi quindi non è stato complicato conciliare il lavoro di mamma con il lavoro di dialoghista, poi al terzo mese è diventato più difficile e ho pazientato un po’. Quando mi sono resa conto che lavorare e badare a un bimbetto sveglio e capriccioso non era possibile sono ricorsa ad una tata che lo ha tenuto fino ai 13 mesi dopodiché ho optato per il nido, che tutt’ora frequenta. Ritengo che dopo l’anno di vita i bambini abbiano bisogno di stare insieme agli altri bambini, di socializzare e imparare le regole. Ho fatto senza dubbio la scelta giusta, che rifarei a occhi chiusi. Io me ne sto tranquilla a casa a lavorare e lui se ne sta beato insieme ai suoi amichetti e alle maestre che adora.
La città in cui vivi, cosa ha di positivo e cosa di negativo per una mamma Roma ha tutto e il contrario di tutto. È una città che può far fronte a milioni di esigenze ma proprio perché sono così tante a volte non ci riesce. Si dovrebbero organizzare più corsi dove si preparano le future mamme ad affrontare la vita con un bambino. Mi sono resa conto che molte neomamme non hanno ricevuto tanti consigli, né dalle loro di mamme, né dalle amiche che hanno avuto figli prima di loro. Si brancola un po’ nel buio. E’ vero che non esiste un manuale d’istruzioni per fare bene i genitori però con i consigli giusti si eviterebbero tanti errori tipo: è giusto dire NO a un bambino, sempre e comunque? Come si impartisce meglio la disciplina? Come gli faccio capire che se non gli do per merenda la fetta di torta non c’è bisogno che urli e scalpiti per un’ora? Io stessa mi sono sentita spesso mancare la terra sotto i piedi … e sono ricorsa ai consigli su internet. Più supporto alle famiglie insomma, su come gestire il proprio figlio. Secondo me una mamma si sentirebbe più tranquilla e meno sola.
Un servizio che non c’è e che dovrebbe esserci per le mamme in Italia Una struttura che possa accogliere le future mamme e le neomamme con consigli e suggerimenti a 360° e l’ausilio di diverse figure professionali come ostetriche, puericultrici, e psicologhe. Ce ne dovrebbe essere almeno una in ogni grande città. Ma soprattutto dovrebbero essere più aiuti economici per le famiglie meno abbienti.
La prima cosa che hai comprato per il bebè La prima cosa che io e mio marito abbiamo comprato per David è stata una t-shirt e un giubbetto double face. Me lo ricordo ancora. Siamo stati previdenti in realtà perché non era ancora nato e i capi che ci hanno colpito e che abbiamo subito comprato li ha indossati un anno dopo! Devo essere sincera, i capi da bebè non mi piacciono molto ma i vestiti che partono dalla taglia 12/18 mesi (quella di David) sono fenomenali perché possono già iniziare a rispecchiare la personalità del tuo bambino. Infatti adesso mi piace tanto vestirlo, abbinare magliettine, pantaloni, scarpe. Deve essere sempre tutto rigorosamente abbinato, amo vederlo vestito bene. È un ometto e quindi deve essere impeccabile.
A che mese hai seriamente cominciato a comprare per il bebè? Credo dal secondo mese o terzo mese di vita perché, come accade sempre, prima che nascesse avevo già ricevuto in regalo molti vestitini e parecchi completini, per cui all’inizio eravamo ben forniti.
Compri più volentieri online o in negozio? Amo lo shopping on line ma tutto quello che ho comprato, e che compro per David lo acquisto in negozio. È bello girare per i punti vendita che vendono articoli per bambini, sono così carini e colorati… e mi rilassano così tanto. Poi si incontrano tante mamme con i loro piccolini, è divertente e puoi scegliere meglio quello che intendi comprare. Soprattutto i vestiti, non rischi di prendere qualcosa che poi una volta indosso ti accorgi che è troppo lunga, o troppo corta…
Epidurale, si o no? Epidurale tutta la vita. Non ho alcun dubbio, l’ho fatta e la rifarei mille volte. La consiglio a qualunque donna abbia ancora qualche riserva in merito. Perché soffrire quando la medicina ci mette a disposizione un metodo per poter dare alla luce un bimbo in tutta sicurezza e tranquillità? Per fortuna viviamo in un epoca in cui disponiamo di mezzi e risorse che non esistevano in passato e dobbiamo ritenerci fortunate. So che molte sono ancora titubanti nei confronti dell’epidurale ma, ripeto, è sicura, ti evita di vivere un travaglio al limite della sopportazione, dunque perché no? La mia esperienza è stata del tutto positiva e sono felice della scelta che ho fatto.
Come ti immaginavi, mamma, in gravidanza? Non mi immaginavo. Sinceramente mi è capitato più di pensare a come sarei stata con un figlio già accanto e non nel periodo di gestazione. Non avevo proprio idea di come sarebbe stato e comunque sono convinta che ogni esperienza non sia mai come uno se la immagina. Forse ci arrivi vicino ma non è la stessa cosa. Come una seconda gravidanza è diversa dalla prima, almeno cosi dicono, non c’è modo di poter capire come ci si sentirà. In gravidanza invece immaginavo come sarebbe stato David, che viso avrebbe avuto, che personalità avrebbe avuto. In ogni fase, guardo avanti. Ora che ha un anno e mezzo, lo immagino a 3-4 anni.. e poi a sei… Ora che conosco il suo carattere è più facile. Ma mai dire mai.
E adesso che lo sei, è molto diverso da come te lo aspettavi? Molto diverso. Non è come vedi nei film o come quando vedi i bimbi degli altri nelle tipiche occasioni come feste, matrimoni o riunioni familiari. La vita con un figlio è tutta un’altra cosa. Quando ci sei a stretto un bambino contatto capisci quanto sia difficile averci a che fare con, quanta forza, quanta energia e quanta pazienza ti servono. I capricci, le lunghe giornate in casa quando piove e non sai più cosa inventarti per distrarlo e farlo giocare. Le passeggiate infinite anche se sei a pezzi perché il bimbo non vuole rientrare a casa. Insomma non è come te lo aspetti. Se lo definiscono il mestiere più difficile del mondo, ci sarà un motivo.
Il rapporto con il papà: è cambiato in qualche modo? No, nel modo più assoluto. Non ti dirò la classica frase: “Ci ha unito di più” perché non sarebbe vero. Ci ha arricchito questo si, sia come individui che come coppia. Ma cambiare proprio no. Arricchendo le nostre vite ha di conseguenza impreziosito tutto quello che ci circonda.
Il tuo stato d’animo adesso Simile a quello di un avventuriero salpato su una nave di cui non conosce la destinazione. Sono felice, preoccupata, a volte confusa, stanca, orgogliosa, insomma provo tutto quell’insieme di sensazioni che scommetto albergano nel cuore di ogni neo-mamma e di ogni mamma in generale.
Sei una mamma: come vivi questa situazione, e se dovessi fare un punto della situazione cosa diresti? È dura a volte e il detto: “Figli si nasce e genitori si diventa” rispecchia la realtà. Mi chiedo spesso se l’educazione e il modo con cui mi relaziono con mio figlio siano quelli giusti. A volte mi convinco di sbagliare perché David si ostina a non capire i miei “no” e provo un senso di fallimento ma anche questa è una prova che la vita ci mette di fronte, anzi è la madre (mai gioco di parole fu più azzeccato) di tutte le prove che siamo destinati ad affrontare. E’ la più importante. Da noi dipende la vita di un essere umano che con i suoi pregi e i suoi difetti, con le decisioni che prenderà, con i suoi sbagli e i suoi successi contribuirà a cambiare, in bene o in male, la società in cui viviamo. Vederla da questo punto di vista fa un po’ paura. Sembra un’impresa titanica, forse lo è, forse no. Forse è molto più semplice di quanto immaginiamo. Ci vuole solo una gran dose di pazienza, di amore, di costanza e di tempo.
Grazie Arianna!
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